04 Ott La gravidanza è cambiamento: come cambia il cervello?
I nove mesi di gestazione modificano in maniera evidente alcune regioni cerebrali, tanto che un neurologo potrebbe riconoscere, osservando esclusivamente le immagini della risonanza magnetica del cervello, una donna che ha partorito distinguendola da una che non è ancora diventata madre.
L’idea di scoprire come cambia il cervello delle donne prima e dopo una gravidanza è venuta a un gruppo di ricercatori dell’Università Autonoma di Barcellona che hanno pubblicato i risultati del loro pionieristico studio su Nature Neuroscience.
Le fotografie ottenute con la risonanza magnetica parlano chiaro: le donne che hanno sperimentato le gioie della maternità mostrano una riduzione significativa e simmetrica della materia grigia nella regione del “cervello sociale”, quella usata per capire le altre persone e per interagire con loro.
Più nel dettaglio si tratta della regione medio frontale del cervello e della corteccia parietale posteriore, ma le modifiche avvengono anche in zone specifiche della corteccia prefrontale e temporale. Diciamolo subito, perdere materia grigia non significa diventare meno intelligenti.
I cambiamenti riscontrati nel cervello delle donne, che possono durare a lungo, anche oltre i due anni dopo la nascita del figlio, non corrispondono a un calo delle performance cognitive, né a défaillance mnemoniche.
Queste modifiche successive alla gravidanza sono frutto di un adattamento del cervello utile alla nuova condizione della donna. Quando si trova in “modalità materna” il cervello riesce a cogliere più in fretta i bisogni dei piccoli.
«Questi cambiamenti possono dipendere, almeno in parte, da un meccanismo di riduzione sinaptica, che avviene anche nel cervello degli adolescenti, che consiste nel tagliare le sinapsi più deboli per rinforzare reti neurali più efficienti e specializzate», spiega una delle autrici dello studio, Elseline Hoekzema. Come a dire: lascia stare il resto, concentrati su ciò che è veramente importante, il neonato.
I cambiamenti sembrerebbero quindi funzionali alle nuove sfide della maternità. Non è un caso le modifiche maggiori si osservano nel momento in cui le madri coinvolte nello studio guardano le immagini dei loro bambini.
«I risultati – commenta Oscar Villaroya a capo della ricerca – mostrano che ci troviamo di fronte a un processo adattativo associato ai benefici dovuti a una migliore comprensione dei bisogni dei bambini, tra cui comprendere lo stato emotivo dei neonati. Inoltre forniscono la chiave per comprendere le basi neurali della maternità, della salute mentale perinatale e della plasticità cerebrale in generale».
I ricercatori hanno monitorato il cervello di 25 donne prima e dopo la maternità e hanno confrontato i dati con quelli di un gruppo di 20 donne senza alcuna gravidanza alle spalle. Alla fine, agli scienziati, bastava dare un’occhiata alle immagini della risonanza magnetica per riuscire a distinguere le donne con figli da quelle senza. Non solo. Gli scienziati spagnoli affermano di poter prevedere, osservando i cambiamenti del cervello, il tipo di attaccamento delle donne per i loro bambini nel periodo post-partum.
Durante lo studio non è emersa invece alcuna differenza tra le donne che hanno avuto una gravidanza naturale e quelle che hanno seguito il percorso della procreazione medicalmente assistita. La riduzione della materia grigia era praticamente identica in entrambi i gruppi.