21 Lug Gomito del tennista (o Epicondilite): ecco i sintomi e le cure.
L’epicondilite è un’infiammazione carico dei tendini estensori del polso e delle dita. L’infiammazione ha inizio quando i tendini che si inseriscono sull’epicondilo laterale omerale all’altezza del gomito, subiscono una degenerazione che “mette in disordine” le fibre elastiche e le sostituisce con fibre cicatriziali.
L’epicondilo è l’area anatomica che si trova all’altezza dell’articolazione del gomito: è facilmente visibile quando si porta il braccio a 90 gradi, piegando il gomito e ruotando la mano ponendo il palmo verso il basso.
Si dice “gomito del tennista” perchè questo tipo di infiammazione è frequente in chi pratica questo sport a causa di alcuni movimenti che ne caratterizzano la pratica. In realtà per, si tratta di un disturbo molto comune, che in Italia riguarda fino al 3% della popolazione tra i 25 e i 60 anni.
Questa condizione ha come sintomi il dolore intenso nell’area dell’epicondilo, ed è una conseguenza del sovraccarico tendineo dovuto alla sollecitazione frequente dei muscoli epicondiloidei che sono coinvolti nell’estensione del polso e delle dita della mano.
Inizialmente il dolore è circoscritto al gomito e si manifesta quando si compiono determinati movimenti del polso o della mano contro e tende ad aumentare se sollecitato. Se l’epicondilite non viene trattata, il dolore può irradiarsi lungo l’avambraccio e persistere anche a riposo.
Le cause possono riguardare un sovraccarico o uno sforzo eccessivo dei muscoli e dei tendini del gomito o a danni diretti causati da movimenti scorretti o all’eccessiva estensione dell’avambraccio.
La diagnosi avviene principalmente tramite palpazione dell’epicondilo e si avvale di test specifici. L’approccio terapeutico all’epicondilite è finalizzato al controllo dell’infiammazione anche per mezzo di massofisioterapia e stretching.
Un ruolo cruciale lo gioca il riposo, al fine di evitare tutti quei movimenti che provocano lo sforzo del tendine.
L’obiettivo delle terapie è quello di aumentare l’elasticità del tendine e migliorarne la vascolarizzazione. Due aspetti correlati che concorrono a condizionare la capacità di movimento del tendine e a ridurre la sintomatologia dolorosa.