07 Nov TAPING: I CEROTTI COLORATI
Un chiropratico giapponese nel 1973 ha ideato ciò che ha fatto moda in tutto il mondo in campo terapeutico, il taping elastico. Alle Olimpiadi di Seoul del 1988 il taping è stato utilizzato dagli atleti e da qui l’ingresso ufficiale nel professionismo. Non è difficile riscontrarne l’utilizzo anche durante le partite di calcio, su diverse parti del corpo degli atleti in campo.
Il taping è un nastro elastico che aiuta la funzione muscolare senza limitare i movimenti del corpo.
Nel caso di un trauma, per fare un esempio, il trattamento continua nell’arco delle successive 24 ore, in quanto la tecnica ha benefici terapeutici che innescano i processi di recupero dell’organismo durante i movimenti fisiologici normali.
La tecnica di applicazione del nastro elastico più conosciuta dalla maggior parte dei terapisti è chiamata kinesiobella, che prende in esame in modo globale gli squilibri dell’organismo e cerca di ristabilire l’equilibrio funzionale.
Ecco i principali usi del taping elastico:
- molto usato nello sport prima, durante e dopo il gesto atletico: prima e durante l’attività per preparare e prevenire, dopo per defaticare;
- nella fisioterapia generale è usato come terapia ausiliaria alle tecniche riabilitative;
- molti massaggiatori lo applicano dopo i trattamenti come metodo di prolungamento degli effetti benefici del massaggio;
- in posturologia l’applicazione continua lo stimolo attivato dalle terapie rieducative posturali;
- nelle patologie circolatorie ha funzione drenante dei liquidi in eccesso, attivando una forte risposta linfodrenante;
- in patologie vertebrali e rachialgie l’effetto è decontratturante o stabilizzante.
Concludendo, il taping deve essere visto come terapia aggiuntiva in supporto al processo riabilitativo, non come una terapia elettiva (prescindendo da una diagnosi corretta).