16 Nov CONSIGLI PER CHI STA MOLTO ALLA SCRIVANIA
Stare a lungo seduti in uno spazio limitato e senza cambiare posizione, magari con le gambe accavallate come capita a chi sta diverse ore alla scrivania, può compromettere la corretta circolazione sanguigna ed esporre al rischio di incorrere in episodi di trombosi delle vene delle gambe. Se colpisce chi sta a lungo seduto in ufficio, davanti al computer, viene soprannominata “e-trombosi”. Niente allarmismi, però, perché una strategia per evitarla c’è: alzarsi o cambiare posizione ogni tanto e bere acqua per mantenere l’organismo idratato. Si tratta, comunque, di una condizione da non sottovalutare perché la trombosi, venosa o arteriosa, profonda o superficiale, è una malattia molto diffusa. […] Nel loro insieme le malattie provocate da una trombosi sono la prima causa di morte e di invalidità in tutti i Paesi cosiddetti “civilizzati”, ma possono essere evitate almeno in un caso su tre riconoscendo i sintomi e, soprattutto, conoscendo i fattori di rischio, cioè quella “squadra di complici” che insieme provoca una squilibrio nel sangue capace di causare la formazione di un trombo.
Approfondiamo il tema della trombosi delle vene delle gambe (trombosi venosa profonda o trombosi venosa superficiale, una volta detta flebite, spesso causa della comparsa di vene varicose) con la dott.ssa Lidia Rota, responsabile del Centro Trombosi in Humanitas e Presidente di ALT-Associazione per la Lotta alla Trombosi (www.trombosi.org).
Perché stare seduti a lungo può favorire la trombosi?
“L’immobilità mantenuta per ore (o giorni) come capita non solo a chi lavora alla scrivania, ma anche a chi effettua un lungo viaggio in aereo o in auto o è costretto a letto da una malattia o da un intervento chirurgico o, ancora, ha una gamba ingessata per una frattura, rallenta la circolazione del sangue aumentando la probabilità che si formi un trombo nelle vene delle gambe. È ovvio che non basta trovarsi nelle situazioni descritte per sviluppare una trombosi, è necessaria la complicità di qualche altro fattore di rischio come il sovrappeso, la fragilità e la perdita di elasticità di vene già messe a dura prova da flebiti o trombosi precedenti, una circolazione del sangue di per sé rallentata, come accade negli obesi, negli anziani, in chi soffre di malattie di cuore. Il sangue tende a scorrere con meno velocità nella parte inferiore del corpo (polpacci o cosce) per ragioni di forza di gravità e in condizioni particolari questo rallentamento può ‘confondere’ il sistema della coagulazione del sangue che si attiva in modo improprio e da liquido si addensa fino a formare un coagulo. Una volta formatosi, il trombo può sciogliersi da solo oppure estendersi all’interno del vaso fino ad ostruirlo in parte o completamente impedendo, così, la normale circolazione del sangue. Se il trombo si forma in organi nobili, come il cuore o il cervello, provoca danni importanti, come l’infarto o l’ictus, quando si forma nelle gambe, può provocare gonfiore, dolore, rossore, crampi. Se si frammenta può provocare un’embolia polmonare, che può essere una patologia gravissima, spesso mortale se non viene riconosciuta. In ogni caso è importante sapere che la trombosi non è mai provocata da una sola causa e ridurre i fattori di rischio, per esempio mantenendo una buona idratazione, bevendo molta acqua, evitando di fumare ed evitando biancheria e indumenti stretti soprattutto all’inguine, riduce la probabilità di andare incontro a questo incidente”.
Ci sono persone più a rischio di altre?
“Certo, episodi di trombosi venosa profonda si verificano spontaneamente soprattutto in persone che hanno una circolazione del sangue alterata, un danno alle pareti venose e uno squilibrio nella coagulazione del sangue, a volte ereditario, quindi, gli anziani, le persone che soffrono di patologia cardiaca, chi ha precedentemente sofferto di malattie da trombosi o ha da poco subito un intervento chirurgico, la donna in gravidanza o che fa uso di pillola anticoncezionale o di terapia ormonale sostitutiva, chi fuma o è obeso, chi è diabetico, chi ha le vene varicose. Ognuno di questi fattori moltiplica il rischio. Per esempio, una donna sovrappeso, che prende la pillola anticoncezionale, fuma e sta immobile per diverse ore, ha un rischio triplicato rispetto ad una donna che non assume ormoni, non fuma e fa attività fisica regolarmente”.
Quali sono, quindi, i campanelli di allarme?
“I sintomi di una trombosi dipendono dall’importanza del vaso che viene colpito e da quanto è grande il trombo che si forma. Se il trombo non occlude un vaso principale o se non lo occlude completamente, i sintomi possono essere molto sfumati o addirittura impercettibili. Comunque, devono destare sospetto:
- dolore al polpaccio sotto forma di crampo;
- pelle lucida e infiammata nella zona colpita;
- gonfiore;
- presenza di un cordone rosso e dolente sulla superficie della gamba (in questo caso si parla di tromboflebite superficiale);
- accelerazione del battito cardiaco con accessi di tosse ingiustificata, a volte con dolore al dorso o al fianco, e striature rossastre nel catarro: questi sono sintomi fortemente sospetti per embolia polmonare.
Si tratta di segnali da non trascurare, né sottovalutare. Se si manifestano il mio consiglio è di recarsi dal medico che, in base ai sintomi, ai fattori di rischio e alla storia personale e famigliare della persona, potrà sospettare una trombosi e richiedere un ecocolordoppler per confermare la diagnosi e impostare un terapia corretta”.
Quali sono i suoi consigli per chi lavora alla scrivania per lunghe ore?
“Nei limiti del possibile alzarsi e muoversi ogni tanto, il corpo ha bisogno di movimento, anche se per pochi minuti. Un posto di lavoro organizzato in modo da non poter raggiungere tutto da seduti aiuta, perché costringe a muoversi dalla propria postazione di tanto in tanto come anche salire e scendere le scale a piedi quando si raggiunge l’ufficio, e, perché no, una passeggiata durante la pausa pranzo, ma, soprattutto, è bene evitare di stare seduti con le gambe accavallate e non portare d’abitudine biancheria o indumenti che stringano all’inguine (come i jeans). Stando seduti, inoltre, piedi e gambe possono lavorare sotto la scrivania. Per esempio, si possono distendere e roteare piedi e caviglie o contrarre i polpacci. Si tratta di movimenti semplici con i quali la pompa muscolare fa circolare il sangue. E ricordiamoci di bere, almeno un bicchiere ogni ora di acqua naturale per mantenere una idratazione adeguata. E’ consigliabile anche fare un pò di ginnastica in ufficio”.
Anche stare troppo in piedi fa male alla circolazione?
“Esattamente come per chi sta troppo seduto ed immobile, anche in chi sta in piedi ed immobile la circolazione rallenta. È il caso di chi sta in piedi a lungo all’asse da stiro, per esempio, mantenendo sempre la stessa posizione. Diverso, invece, è il caso di chi sta in piedi, ma ha l’opportunità di muoversi spesso come, per esempio, le commesse in un negozio. La regola d’oro per non andare incontro a malattie indesiderate resta comunque l’informazione, quindi, sapere quali sono le situazioni che predispongono a sviluppare una trombosi, sapere quali sono i fattori di rischio legati allo stile di vita (fumo, sovrappeso), sapere quali farmaci possono aumentare il rischio di trombosi (terapie ormonali) o quali sono le situazioni in cui si rischia di più (gravidanza, interventi chirurgici, fratture o immobilizzazione degli arti inferiori) e conoscere i sintomi che non devono essere trascurati”.
[rif. HUMANITASALUTE; http://www.humanitasalute.it/benessere-casa-e-lavoro/3098-in-ufficio-circolazione-a-rischio/]